Il tetto è la struttura che separa casa nostra dal cielo, proteggendoci dagli agenti climatici, dal freddo e dal caldo, e dagli agenti atmosferici, ovvero da acqua, neve, grandine. Sin dall’antichità, il tetto ha assunto forma adeguata alla funzione alla quale doveva assolvere. Pertanto, in alcuni paesi della fascia mediterranea è normale vedere coperture piane, mentre in altri paesi dal clima più continentale è normale il tetto spiovente, ovvero un solaio di copertura a falde inclinate. Vediamo assieme le tecnologie, i materiali e le forme di realizzazione.
Il solaio di copertura è uno dei componenti più significativi dell’edificio. Innanzitutto, quante tipologie di tetto esistono? Sicuramente è opportuno mettere in risalto le due principali:
Il tetto piano non presenta pendenza, ovvero è un solaio di copertura orizzontale e di fatto si caratterizza per una pendenza del 2 o 3% al massimo e di pura funzione.
In alcuni paesi del Maghreb, per esempio, la pioggia è piuttosto rara durante l’anno e quindi non c’è un reale motivo per costruire falde inclinate. Perciò, nella maggior parte dei casi, queste sono piane appunto. Questo permette di avere una superficie in più da sfruttare e che altrimenti non ci sarebbe modo utilizzare.
In altre zone climatiche invece, come appunto in Italia, la pioggia può presentarsi anche spesso e in quantità consistenti. Perciò, è preferibile costruire solai di copertura inclinati per lo smaltimento delle acque.
Il tetto spiovente a due falde, o per brevità più semplicemente tetto a due falde nel linguaggio tecnico ma anche comune, è un solaio formato da due piani inclinati. Questi si incrociano fra loro a creare dunque una forma che ricorda un libro aperto ma non del tutto, con la costola disposta verso l’alto a formare quello che chiamiamo colmo. Ovvero il punto più alto del tetto. Mentre invece, i due bordi laterali sono le cosiddette gronde.
L’idea alla base del tetto a due falde è data dalle controindicazioni di un tetto ad una sola falda. Infatti, mediamente le coperture hanno un’inclinazione che va dal 25 al 30%. Ovvero, ogni metro lineare di sviluppo dell’edificio, il tetto sale verso l’alto 25 o 30 centimetri. Ciò significa che un edificio di dimensioni medie, con due piani di altezza e con un lato di circa 8 metri, se avesse un tetto a singola falda, si caratterizzerebbe per una quota del punto più basso pari all’incirca a 6.00 metri, e del punto più alto pari a 8.40 metri.
Si tratta di una differenza consistente che, soprattutto, porterebbe gli ambienti interni dell’ultimo piano ad altezze di quasi 6 metri nel punto più alto.
Si tratterebbe di un volume eccessivo, in parte inutile perché non sfruttabile.
Ecco quindi che il tetto a due falde è una soluzione intelligente ed esteticamente vincente.
Finiamo con una breve riflessione tecnologica sui materiali impiegabili per la realizzazione di tetto e coperture spioventi.
Le tecnologie più indicate sono:
Il laterocemento è stato ampiamente utilizzato per tutti gli anni ’60, ’70 e fino al duemila.
Oggi, si sta sviluppando una nuova sensibilità che predilige solai di copertura se possibile leggeri e ecologicamente sostenibili. Da questo punto di vista, il tetto in legno è un’ottima possibilità che assicura:
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