L’acciaio è un materiale impiegato ampiamente in numerosissimi campi di applicazione. Nacque nella seconda metà dell’ottocento e, a partire da inizio ‘900, il suo utilizzo divenne semplicemente virale. Senza dubbio uno dei campi d’impiego più significativi è quello delle costruzioni. A partire da fine ‘800 molte realizzazioni vennero eseguite con l’acciaio e, per citare un modello che ha fatto storia e rappresenta uno dei primi esempi in assoluto di grande architettura in acciaio, pensiamo al ponte di Brooklyn. Ad oggi, nell’edilizia comune l’acciaio è ancora molto usato. Vediamone insieme i motivi e parliamo del solaio in acciaio, un caso tipico riscontrabile in molti edifici esistenti o da realizzare.
Prima di addentrarci nelle diverse tecnologie del solaio in acciaio, parliamo della sua composizione chimica. Trattasi di una composto di ferro e carbonio. Il carbonio è presente in quantità esigue e fa la differenza nel prodotto: non supera mediamente l’1.7% del totale e la semplice variazione di qualche decimo di punto percentuale restituisce un acciaio extra dolce, dolce, duro, extra duro. Trattasi innanzitutto di un materiale isotropo, pertanto resiste ad uno sforzo di compressione o trazione con lo stesso comportamento meccanico. Molti materiali, come quelli lapidei in primis, non funzionano così.
Inoltre, l’acciaio è un materiale estremamente resistente. Nell’edilizia italiana, l’acciaio usato così come normato dalle Norme Tecniche sulle Costruzioni è per la maggior parte di categoria S235. Per dare un numero, la resistenza a snervamento dell’acciaio è pari a 2350 daN/cmq.
Quindi, di fatto, un cavo di sezione 1 centimetro quadrato potrebbe reggere un’automobile -o due- appesa ad un’estremità. Vediamo quindi ora le diverse metodologie per realizzare un solaio in acciaio così da avere un’idea del panorama tecnologico e realizzativo in materia.
Fra le metodologie del solaio in acciaio più classiche possiamo identificare i profili in acciaio e tavelloni soprastanti, con genericamente un getto in calcestruzzo a finire la struttura. I tavelloni ed i solai in acciaio è stata una soluzione molto impiegata per tutti gli anni ’70-’80 e fino a venire a giorni più recenti. È economica e di facile realizzazione.
Una criticità tipica di questa modalità operativa risiede nei tavelloni in laterizio. Soprattutto in passato, per ottimizzare i costi, venivano predisposte luci considerevoli fra putrella e putrella e quindi i tavelloni potevano essere di lunghezza pari a 80, 100 o anche più centimetri. Questo a lungo andare può risultare pericoloso. Come introdotto sopra, il materiale lapideo si comporta male a trazione e quindi un tavellone con luci eccessive può cedere. Soprattutto nelle coperture, dove spesso non c’è un getto ripartitore.
Un altro pacchetto che spesso viene usato e di più recente messa a punto è quello in profili di acciaio e lamiera grecata. Trattasi di una lamiera sagomata appositamente in modo da configurarsi più performante per sforzi a flessione.
Di fatto, immaginando di guardare questi solai collaboranti in acciaio – calcestruzzo, in sezione trasversale -quindi frontalmente- presentano un andamento lineare orizzontale con un alternarsi di gole a intervalli costanti, come per esempio 20 o 25 o 30 cm. Tale lamiera viene posizionata fra trave e trave in acciaio e su di essa viene poggiata una rete elettrosaldata e gettata una soletta di calcestruzzo di spessore 4 cm circa. Questo, in prossimità delle gole appena descritte, crea delle nervature di maggiore consistenza, quasi fossero dei travetti in calcestruzzo armato.
Questo tipo d’intervento è di qualità se facciamo un’analisi che tenga conto del funzionamento strutturale, della durabilità e dei costi di realizzazione.
I solai in acciaio e legno rappresentano una tipologia di grande eleganza e che infatti spesso viene ad essere protagonista anche di progetti di architettura riusciti, in particolar modo di riuso di spazi esistenti.
Sulle travi in acciaio, posizionate genericamente a non più di 1 m di distanza l’una dall’altra, viene fissato un tavolato maschiettato che di solito è in essenza di abete e dallo spessore approssimativo di 3 cm. La resa estetica finale è garantita, come pure la leggerezza e la funzionalità del solaio. È da considerare che il legno ha un certo costo anche se, d’altra parte, essendo questa una soluzione a vista è previsto un risparmio in termini di rivestimento e intonaci.
Concludiamo la nostra breve dissertazione sul solai in acciaio indugiando su un ultimo caso: travi in acciaio e pannello sandwich. Questa è un’interpretazione completamente a secco del solaio. Il pannello sandwich è infatti formato da due lamiere incollate sulle due facce di uno strato di materiale isolante piuttosto consistente e rigido.
Parliamo di soluzione a secco nel senso che il pannello viene fissato solo meccanicamente alle travi, tramite fissaggi a vite. Viene usato nelle coperture ed è una soluzione davvero economica anche perché di montaggio estremamente rapido.
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