Sistemi di fissaggio, il mercato cresce tassello dopo tassello

08/01/21

Sistemi di fissaggio, il mercato cresce tassello dopo tassello

Le prospettive dei prodotti per il fissaggio si mantengono ottime anche per i prossimi anni, complici l’evoluzione dei sistemi costruttivi e le ottime performance dei sistemi a secco.

I fattori determinanti del mercato italiano di viteria, bulloneria e sistemi di fissaggio per i prodotti legati al settore delle costruzioni sono certamente il passaggio alle nuove modalità costruttive legate alla nuova costruzione, ma non va trascurato anche il settore delle ristrutturazioni e del consolidamento statico degli edifici, dove in alcuni casi questi prodotti hanno un ruolo determinante, in particolare nell’antisismica e nelle nuove tecnologie legate al risparmio energetico, dall’installazione di pannelli fotovoltaici al sistema tetto o alle pareti ventilate, comprese le soluzioni legate ai cappotti termici e alle linee vita.

Per tutti questi motivi non è un caso che il mercato sia in crescita, non solo nei confronti con il passato, ma anche in proiezione futura. Infatti, secondo analisi di mercato realizzate da Freedonia Group, il mercato italiano dei sistemi di fissaggio ha un tasso di crescita medio annuo previsto per il prossimo quinquennio del 2,3%, con un valore atteso delle vendite nel 2025 di circa 2 miliardi di dollari, nei quali i prodotti di fissaggio filettati esternamente rappresenteranno la quota maggiore, con una proiezione di vendite a 1,3 miliardi di dollari, mentre il segmento di prodotti non filettati, ampiamente utilizzati anche in edilizia, per esempio in sottofondi, pavimentazioni e coperture, ha rappresentato un quarto della domanda complessiva.

Il cambiamento delle tipologie costruttive, sia nella nuova costruzione che nella ristrutturazione, l’evoluzione dei sistemi a secco sostengono dunque la crescita dei sistemi di fissaggio. In questo specifico campo non va dimenticato che i sistemi di fissaggio in edilizia appartengono a due mondi tra loro diversi e a volte integrati, uno legato ai prodotti chimici e uno, invece, agli elementi di fissaggio meccanici.

Con riferimento alle analisi di bilancio che annualmente il Centro Studi YouTrade elabora sui diversi settori, i 15 principali competitor italiani produttori di sistemi di fissaggio, con fatturato superiore a 5 milioni di euro, hanno visto una crescita media del giro d’affari del 5,1%, con alcune punte molto interessanti superiori all’8%.

Escludendo da questa analisi uno dei principali produttori mondiali, Würth, che a livello nazionale nel 2018 ha registrato un fatturato superiore a 508 milioni di euro, derivante tuttavia dall’ampia categoria di prodotti a catalogo, nel quale i sistemi di fissaggio rappresentano un comparto tra i tanti, gli altri 15 produttori specializzati con oltre 5 milioni di euro di fatturato nel settore presentano un giro d’affari complessivo di 370 milioni di euro nel 2018, in crescita del 5,1% rispetto ai 352 milioni di euro del 2017.

Il leader in questo panel è Fischer Italia, con un fatturato nel 2018 di oltre 110 milioni di euro, in crescita dell’8,1% rispetto al 2017 e con una quota di mercato (rispetto a questo panel) in aumento dal 29,1% al 29,9%, facendo segnare una delle migliori performance di crescita, seconda solo a Nobex, piccolo produttore con 5,1 milioni di euro di fatturato in crescita del 10,6% e di Halfen, produttore con un giro d’affari di 7,2 milioni di euro, in crescita dell’8,7%.

Tutti gli altri produttori aumentano tra il 2017 e il 2018 le vendite ad eccezione di G&B Fissaggi che conferma di fatto i 14,3 milioni di euro di fatturato. Dal punto di vista delle quote di mercato, il secondo produttore a livello nazionale è Itw Construction Products Italy, con 64,2 milioni di euro di fatturato e il 17,3% di quota di mercato. Il terzo è Friulsider, con 46,7 milioni di euro e il 12,6% di quota di mercato. Complessivamente i primi tre produttori rappresentano quasi il 60% del settore. Vi sono poi altri produttori storici e ben consolidati, come Mustad, 26 milioni e 7% di quota, Unifix con quasi 20 milioni e poi Rivit, con 18,5 milioni. Scendendo sotto la soglia dei 15 milioni di euro di fatturato si trovano importanti realtà come Tecfi, Bossong e Mungo, mentre con meno di 10 milioni di fatturato troviamo aziende quali Edilferro, Affint e Vorpa, oltre alle già citate Halfen e Nobex.

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