Rigenerazione urbana, in attesa per le risorse europee

15/10/20

Rigenerazione urbana, in attesa per le risorse europee

Un mercato, quello delle periferie, che potrebbe davvero dare una svolta duratura e concreta dell’economia di settore. Della proposta di rigenerazione urbana se ne parla da tempo, sono tutti d’accordo, ma si muove ben poco.

Se non fossero necessari, almeno per avere un punto di partenza, i dibattiti televisivi e non, dove sono presenti i politici, sarebbero da eliminare. Le forze sociali (Associazioni di categoria, Enti vari, eccetera) hanno il loro bel daffare a portare avanti le loro istanze per favorire e magari anche tutelare imprenditori e imprese del nostro settore, ma in cuor loro sanno che quando si materializza il politico succederanno immancabilmente due cose: 1) piena convergenza di intenti e futuristiche promesse; 2) tutto prima o poi si fermerà.

L’ANCE è certamente fra le Associazioni di categoria più attive, e quindi più ascoltate, e si è recentemente presa la briga di organizzare un ciclo di incontri dedicati alla rinascita urbana.
La rinascita urbana, per capirci, non è un concetto astratto, ma una visione concreta di ciò che potrebbe essere il settore dell’edilizia e delle costruzioni nei prossimi lustri, al netto delle opportunità paventate dal Superbonus.

Così il presidente di Ance Gabriele Buia alla platea di politici ed Enti vari: “Non c’è tempo da perdere: la più grande sfida che abbiamo davanti è quella di rigenerare le nostre città, e per farlo dobbiamo intraprendere subito un percorso comune che ci consenta un vero rilancio ambientale, economico e sociale dei luoghi in cui viviamo e lavoriamo, utilizzando con efficacia le risorse che l’Europa mette a disposizione – il riferimento è il Recovey Fund – Facciamolo insieme perché questo non è un tema che riguarda solo gli operatori del settore, ma che interessa da vicino un Paese intero: cittadini, istituzioni, politica”.

Come detto, tutti d’accordo. E, come vuole la prassi, qualcuno si è abbandonato a un barlume di verità: “è necessario far fare al dibattito un passo avanti, perché a parole siamo tutti d’accordo, ma per ora i risultati non si vedono. Norme a macchia di leopardo e veti incrociati non ci fanno arrivare da nessuna parte”. E così via, sino al prossimo dibattito. I soldi del Recovery Fund non sono ancora arrivati e li abbiamo già spesi tutti, in chiacchiere.

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