Il raffrescamento a pavimento oggi è tornato di grande moda. Complice un clima estivo sempre più impegnativo, ma non solo. Anticamente era una tecnologia ampiamente nota a numerose civiltà. Un esempio celebre su molti: i Romani alimentavano i loro ambienti con acqua calda e fredda che alternativamente raffrescava e riscaldava gli ambienti termali. Oggi viene riscoperto e a giusta ragione. Infatti il esso rappresenta una soluzione tecnologica effettiva e di grande risparmio energetico.
Scopriamone insieme il funzionamento del raffrescamento a pavimento, i pro e contro e i costi di realizzazione e gestione.
Siamo entrati nell’argomento degli impianti a pavimento: in quella circostanza abbiamo parlato maggiormente degli impianti di riscaldamento. Comunque, molte delle riflessioni fatte sono valide anche per il caso del raffrescamento a pavimento e oggi ci dedicheremo proprio a questo.
Nel periodo estivo, le case in cui viviamo sono spesso soggette a pesanti accumuli di calore all’interno degli spazi abitativi. Il condizionatore è un ottimo strumento, ma sappiamo che comporta un certo dispendio energetico. Inoltre non è facile, entrando accaldati in casa, resistere alla tentazione di accenderlo al massimo creando flussi d’aria dalle temperature glaciali. Questo di certo non è il massimo per la nostra salute.
L’impianto a pavimento funziona tramite la stesura di una serpentina in pvc dal diametro ridotto, la quale viene affogata genericamente nel massetto, sul quale in seguito posiamo il pavimento.
Di fatto è lo stesso impianto col quale riscaldiamo casa in inverno. Il liquido vettore con cui funziona è l’acqua, la quale percorre i tubi della serpentina.
In inverno, con una temperatura di circa 35°, l’acqua cede calore all’ambiente riscaldandolo. In estate avviene il contrario. L’acqua, che viene immessa nel circuito a circa 16-18° circa, porta il massetto impiantistico ad una temperatura di circa 19°. Poiché il calore transita sempre dal corpo più caldo a quello più freddo, l’ambiente cede calore al massetto, rinfrescandosi.
Rispetto al condizionatore, un sistema del genere permette di raffrescare gli ambienti senza flussi d’aria. Questo è molto importante. Infatti, il condizionatore immette aria fredda nelle stanze e il flusso d’aria è oggettivamente percepibile se siamo nelle vicinanze. Questo può infastidirci e procurarci brutti mal di testa o mal di collo. Inoltre, movimentando le masse d’aria, il condizionatore mette in moto anche la polvere che normalmente rimane sospesa pressoché immobile. Non solo, i flussi d’aria agitano anche le polveri depositate a terra. Anche se non lo percepiamo nell’immediato, comunque nel lungo periodo ci possono nuocere. Il raffrescamento a pavimento non ha controindicazioni di questo genere.
Piuttosto le problematiche sono di altro genere. Soprattutto, ci dobbiamo preoccupare nel caso che si verifichi un guasto all’impianto. Una perdita della serpentina, per esempio, non è facilmente rilevabile. Talvolta per risolverla, potrebbe essere necessario demolire e rimuovere una considerevole porzione di massetto impiantistico. Il consiglio è quindi cercare ditte massimamente affidabili per l’installazione.
Un accorgimento in più: valutiamo bene la realizzazione di un impianto a pavimento in relazione agli standard energetici di casa nostra. Essendo una tecnologia che funziona con differenze di temperature morigerate sia in inverno sia in estate, ha bisogno di un involucro esterno ben isolato altrimenti casa vostra in estate si riscalderà più rapidamente di quanto si raffreddi.
Un fattore determinante di cui tenere conto è l’umidità dell’ambiente. Il clima in estate raggiunge picchi di umidità ragguardevoli. Nel momento in cui realizziamo un sistema a pavimento, ci curiamo di abbassare la temperatura, ma questo potrebbe far sì che l’umidità contenuta nell’aria sotto forma di vapore acqueo condensi.
Pertanto, è necessario installare così come avviene per il condizionatore, un sistema di deumidificazione dell’ambiente. In questo modo scongiurerete la formazione di condensa in particolare in prossimità del massetto, dove la probabilità è massima.
Infine alcune valutazioni pratiche sui costi di realizzazione e di gestione dell’impianto a pavimento.
In conclusione possiamo pensare che la realizzazione di un impianto a pavimento caldo-freddo che funzioni sia in estate sia in inverno, se l’abitazione è ben isolata esternamente, è di oggettiva convenienza e quindi merita considerare di avventurarsi in tale scelta.
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