Fra gli obiettivi, edilizia residenziale sociale, e recupero degli spazi non utilizzati
Ai “piani pluriennali” siamo tristemente abituati: se ne parla spesso e molto, ma poi alla fine mancano i soldi e i buoni propositi vanno a farsi benedire. Se i buoni propositi costano poco, ovvero sono gratis, ben diversa è la situazione di una congiuntura che ancora paga (non solo in senso figurato) la scelleratezza di una bolla immobiliare che, nonostante gli sforzi, non riusciamo ancora a dimenticare.
Il fatto quindi che il governo annunci l’arrivo di un miliardo di euro per un piano pluriennale destinato alla riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica e sociale, alla rigenerazione urbana e all’avvio di cantieri nei piccoli comuni non può che rallegrare. Una misura che, con ogni probabilità, sarà contenuta nella Manovra 2020. Quel che succederà poi è oggi difficile saperlo, anche che lo stanziamento non è così eccessivo da farci pensar male.
I progetti finanziabili dovranno essere legati allo sviluppo di dotazioni urbane e di “servizi connessi all’abitare” come il primo soccorso, il medio e piccolo commercio, gli spazi collettivi e relazionali; la riconversione di immobili e spazi oggi inutilizzati pubblici e privati; la manutenzione straordinaria; il miglioramento sismico, sostenibilità energetica e innovazione tecnologica con la trasformazione di edifici da tradizionali a intelligenti, fibra ottica e incremento della domotica;
la ridefinizione degli spazi di socializzazione all’interno dei condomini, residenze temporanee destinate a studenti.