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26/03/14

mercato-costruzioni 

Nel nostro paese, gli ultimi anni sono stati molto difficili per il settore delle costruzioni. Ma nei mercati esteri la musica cambia. Il mercato mondiale delle costruzioni vale oggi 6.530 miliardi di Euro. Il nostro, secondo i dati Cresme, arriva a 170.

Dal 2007, in Italia gli investimenti si contraggono e le previsioni per i prossimi anni, seppur positive perché segnalano una ripresa, prevedono una crescita media annua che si aggira intorno al + 0,86% tra il 2014 e 2017. Eppure, se guardiamo fuori dall’Italia, oggi il settore delle costruzioni è tornato a contribuire alla formazione di ricchezza mondiale (considerando tutto l’indotto) esattamente quanto nel 2006, l’anno in cui lo sviluppo edilizio occidentale aveva raggiunto il suo picco prima dell’esplosione della bolla immobiliare. L’anno passato gli investimenti globali hanno raggiunto il valore record di 6.530 miliardi di euro (oltre 2 mila miliardi in più, a valori costanti, rispetto a 10 anni prima). Se rapportati al prodotto interno lordo globale forniscono un’idea del contributo complessivo del settore e del suo indotto alla formazione di ricchezza mondiale.

Un contributo che ammonta oggi a oltre l’11,5%. Questo significa che dopo oltre un lustro di progressivo indebolimento, il peso delle costruzioni e del suo indotto è praticamente tornato ai livelli del picco del 2006, ovvero all’apice dello sviluppo edilizio Occidentale culminato con l’esplosione della bolla speculativa. Se nel 2000 quasi il 70% degli investimenti in costruzioni mondiali si concentrava nei paesi di vecchia industrializzazione, oggi il 60% è localizzato nei paesi in via di sviluppo ed emergenti, una quota che, secondo le previsioni del Cresme, nel giro di pochi anni arriverà al 65% e nel 2017 arriverà al 66%.

E non si tratta solo di Cina e India. Nei prossimi quattro anni gli investimenti in costruzioni in Indonesia, Malaysia, Thailandia e Filippine cresceranno a un ritmo superiore al 5% annuo. In Cile e Perù verranno investiti complessivamente ogni anno (tra edilizia, infrastrutture, impianti, macchinari, ecc.) tra il 25 e il 30% del Pil nazionale (in Italia, il 18%). ln Australia, tra 2000 e 2013 gli investimenti in infrastrutture sono quadruplicati passando, a valori costanti, da 23 a 103 miliardi di euro (quasi il triplo degli investimenti infrastrutturali in Italia nel 2103). La crescita delle costruzioni in Africa, in uno scenario di medio-breve periodo, sarà del 7% annuo, quasi il doppio di quanto atteso in Asia e Sud America. In Arabia Saudita, crescita economica e urbanizzazione stanno sospingendo il mercato abitativo e in tre anni verranno ultimate 1,5 di nuove abitazioni (praticamente quanto costruito in Italia in tutto ii periodo tra 2002 e 2007).

Se nel 2006 il 57% del mercato mondiale era concentrato in Europa e Nord America oggi il 50% degli investimenti si localizza in Asia e solo il 39% in Europa (inclusa la Russia) e Nord America. ln altre parole, il centro geografico delle costruzioni si sta spostando sempre più a oriente. Comunque, negli ultimi anni hanno visto ridimensionarsi gli investimenti in costruzioni in molte economie avanzate, come conseguenza di fattori ciclici e congiunturali, eppure la rapida crescita degli investimenti nel medio- breve periodo è garantita dallo sviluppo edilizio e infrastrutturale in Africa, Asia emergente e Sud America. Questo significa che nel nostro scenario economico di stagnazione, con una domanda interna in continuo indebolimento e un mercato sempre più selettivo, la diversificazione territoriale e l’internazionalizzazione assumono contestualmente caratteri di necessità e di opportunità. Ad ogni modo, l’intero mercato delle costruzioni mondiale nel 2017 potrebbe raggiungere il valore record di 7,7 mila miliardi di euro.

(Fonte: storemat.it)

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