Uno dei motivi, peraltro fondamentali, per cui si lavora male e molte aziende sono in crisi, sono i ritardi, ma anche i mancati pagamenti, Pubblica amministrazione in testa. Riguardo a quest’ultima, alcune recenti elaborazioni dicono che le tempistiche si sono un po’ ridotte, anche se siamo comunque lontani dai famosi 30 giorni si cui si blaterava già anni fa.
Ora l’esecutivo sta mettendo a punto una proposta di emendamento che prevede di escludere dalle gare chi, in precedenti appalti, ha tenuto comportamenti scorretti con la stazione appaltante e i subappaltatori. Una proposta che verrà esaminata durante la conversione in legge del decreto Sblocca Cantieri.
Si tratta, in sostanza, di inserire una nuova limitazione, una nuova clausola di esclusione dalla gare che andrà a colpire le imprese che sono risultate inadempienti sia delle stazioni appaltanti, sia dei subappaltatori.
Il problema, che tutti purtroppo conosciamo, è che le cause del rallentamento della realizzazione delle opere siano da individuare anche nella circostanza che le imprese affidatarie si aggiudicano un appalto a prezzi troppo bassi, nominando un subappaltatore per l’esecuzione dei lavori, servizi o forniture, ma poi non corrispondono a quest’ultimo il corrispettivo per la sua attività. E ciò colpisce soprattutto le piccole e medie imprese – quindi la maggioranza – che subiscono danni spesso letali per i mancati pagamenti.
Sono anni che se ne parla e iniziare a regolarizzare su principi di equità il lavoro di migliaia di piccole e medie imprese sarebbe davvero cosa buona e giusta.