Riqualificare, ma non per caso

04/02/18

Riqualificare, ma non per caso 

Il recupero del patrimonio edilizio residenziale offre numeri decisamente interessanti. Demolizione e ricostruzione, la trasformazione di porzioni di città, recupero delle aree dismesse i temi più caldi per un mercato che non da segni di cedimento. Anzi

 

Il settore della ristrutturazione che da alcuni anni tiene in piedi la congiuntura di settore, e che con ogni probabilità farà altrettanto anche nei prossimi anni, merita un po’ di analisi. Ristrutturare va bene, ma approfondire i contenuti, gli spunti e le idee che accompagnano questo comparto nella sua evoluzione significa anche e soprattutto prepararsi a fornire risposte alla variegata clientela che, come ormai sappiamo, è composta dal privato, dal progettista e dagli operatori professionali.

Il Convegno promosso e realizzato dal Centro Studi di Youtrade a Bergamo lo scorso 31 gennaio, e dall’esemplare titolo: “Case da non riqualificare a caso (e le cose da fare subito)”, ha fornito dati ma soprattutto spunti per procedere con razionalità e coerenza, magari anche con migliore competenza, nel cammino verso la maturità progettuale e la conseguente scelta e utilizzazione di soluzioni adeguate alle varie tipologie di intervento.

Lo scenario di questo mercato è di assoluto interesse: in Italia ci sono 14,5 milioni di edifici dei quali oltre 1,2 milione sono condomini, che sommano 27 milioni di unità immobiliari delle quali circa 14,3 milioni sono alloggi residenziali occupati da famiglie, mentre il rimanente sono locali utilizzati per altri scopi. Quasi il 70% di questi edifici sono obsoleti, insicuri e da riqualificare.

Le politiche, soprattutto fiscali, di incentivazione hanno negli ultimi anni fatto la loro parte, e occorre dire con un buon seguito da parte dei privati. Il mercato è ghiotto, e a parte il fatto che c’è quasi solo quello, è doveroso registrare come il settore della progettazione sia ampiamente coinvolto. La distribuzione edile, e non lo scriviamo per la prima volta, ha il dovere, quanto meno verso se stessa, di proporsi come naturale interlocutore di una progettazione che è a conti fatti importante come il cliente privato. E, in qualche caso, di più.

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