Rincaro dei prezzi, preoccupazione per il settore delle costruzioni

18/05/21

Rincaro dei prezzi per il settore edile

Grande preoccupazione per tutta la filiera delle costruzioni per gli aumenti dei prezzi e per la scarsità di materiale che rischiano di penalizzare l’effetto incentivi.

La denuncia dell’Ance di qualche giorno fa, relativamente al rincaro dei prezzi delle materie prime e alla scarsità dei materiali disponibili che ritarda o addirittura compromette le consegne è solo l’ultima delle voci che da qualche mese si rincorrono all’interno del settore dell’edilizia e delle costruzioni. Soprattutto distribuzione e imprese, oltre all’evidente disagio che investe la produzione, si trovano nella situazione paradossale di avere molte richieste, perché la ripresa c’è, eccome, e di far fatica a soddisfarle. Ancora, è quasi impossibile realizzare preventivi che abbiano valore per più di pochi giorni, perché i prezzi sono in continua ebollizione.

Comunque, come sottolinea anche il comunicato dell’Associazione dei Costruttori, l’aumento dei prezzi è cominciato dalla fine del 2020 e riguarda metalli, materie plastiche derivate dal petrolio, calcestruzzo e bitumi. Vediamo qualche esempio, citato dall’autorevole fonte de “Il Sole 24 ORE”.

Acciaio, un aumento del 117% in cinque mesi

La rassegna dei rincari parte proprio da acciaio e ferro: il tondo per cemento armato fa segnare un incremento del 117% tra novembre 2020 e aprile 2021. Una dinamica che l’ultimo rapporto Ocse dello scorso dicembre ha attribuito all’improvviso incremento della domanda del settore delle costruzioni in Cina. Questo rimbalzo ha innescato un effetto al rialzo sul prezzo di tutta la filiera dell’acciaio, a livello mondiale, poiché la Cina rappresenta oltre il 50% della produzione e del consumo mondiale dell’acciaio (il 40% è assorbito dalle costruzioni cinesi). A questo si aggiungono gli effetti della pandemia, che ha comportato scarsità di offerta per le continue chiusure industriali e commerciali nel mondo, e quelli della ripresa, che ha generato un forte aumento della domanda. Gli effetti si sono avvertiti soprattutto in Europa, dove rincari si registrano anche in Francia, Germania e Regno Unito.

Aumentano i listini di polietileni, rame e petrolio

Parallelamente agli aumenti di prezzo dei prodotti siderurgici, si osservano incrementi importanti anche in altri materiali di primaria importanza per l’edilizia, come, ad esempio, i polietileni (incrementi superiori al 40% tra novembre 2020 e febbraio 2021), il rame (+17%), il petrolio (+34%) e i suoi derivati, sempre nello stesso periodo di riferimento. Anche per il “bitume”, sulla base dei dati Siteb si rilevano incrementi del prezzo di circa il 15% tra novembre 2020 e febbraio 2021. A ciò si aggiunga il cemento, per il quale un’indagine Ance svolta a febbraio sul territorio evidenzia aumenti di prezzo di circa il 10% a gennaio 2021, rispetto a dicembre, per oltre un terzo dei rispondenti.

Scarsa incidenza del Superbonus, o forse il contrario

La causa principale degli aumenti di prezzo è certamente la “turbolenza dei mercati internazionali”, non tanto gli effetti del Superbonus, dato che il costo delle materie prime cresce in tutto il mondo e il Superbonus è solo un fatto locale. I rincari rischiano di frenare comunque gli interventi in corso, oltre a mettere a rischio quelli previsti dal Recovery Plan. Anche se la causa scatenante non deriva principalmente dalle agevolazioni fiscali, è indubbio che gli incentivi fiscali per l’edilizia hanno portato ad un aumento della domanda che ha contribuito a mettere in crisi l’offerta, anche se non stiamo assistendo ad aumenti di prezzo fisiologici ma realmente incontrollati.

Fonte: Il Sole 24 ORE

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