Il Centro Studi dell’ANCE ha evidenziato che a oltre tre anni dal primo sisma che ha devastato il Centro Italia, la ricostruzione stenta a decollare, come testimoniato dagli ultimi dati diffusi dal Commissario Straordinario
La pantomima cui purtroppo siamo costretti a sopportare ogni volta che un evento nefasto colpisce il nostro paese – quella dell’interveniamo subito… stanzieremo… noi siamo quelli del fare, e così via – è davvero imbarazzante, soprattutto se pensiamo che dopo tre anni dai tragici eventi che hanno colpito il Centro Italia è accaduto poco/ niente.
Infatti, a fronte di 80.000 domande attese per la ricostruzione privata, al 31 maggio 2019 solo il 12% degli aventi diritto ha presentato domanda di contributo. Peraltro, il 65% delle domande di contributo è ancora in fase istruttoria.
Ritardi si registrano anche per la ricostruzione pubblica, per la quale sono stati programmati circa 2.300 interventi per quasi 2,2 miliardi di euro. A fine maggio scorso risultano erogati solo 41 milioni di euro per l’avvio della fase di progettazione.
A questi numeri, aggiungiamo che per le domande presentate i tempi sono lunghissimi a causa della gestione delle istruttorie da parte degli Uffici Speciali per la Ricostruzione (USR), penalizzati finora da un organico carente e non stabile. Forse sono troppo speciali, ma mai tanto speciali come la pazienza della gente.