Si sprecano gli auguri al nuovo ministro delle Infrastrutture che ha obiettivamente davanti un impegno al limite del delirio. Ci accodiamo con piacere, con un piccolo consiglio
Ammettiamolo: doverci sempre affidare alla politica per sperare in uno sblocco della situazione congiunturale è davvero deprimente e frustrante. Con l’ultimo governo abbiamo perso un anno, con quelli prima siamo andati a rilento, con quel che viene chissà.
Non è una questione di destra o di sinistra o di centro e di rivoletti vari, non è un problema ideologico (ammesso che le ideologia esistano ancora, ma ho i miei dubbi) è un fattore di capacità e di disponibilità economica, di volontà e di onestà intellettuale.
“Alla neo ministra Paola De Micheli non possiamo che augurare buon lavoro e un grande in bocca al lupo, perché la sfida che l’attende non è certo la più semplice”, ha recentemente dichiarato il presidente di Ance Gabriele Buia. Tanti auguri perché la situazione è quella che è: sbloccacantieri, manutenzione e messa in sicurezza dei territori, rigenerazione delle città, edilizia sociale, fino alla mala burocrazia, ai ritardi dei pagamenti della Pubblica amministrazione, e potremmo anche proseguire.
Che mai potrà fare il nuovo ministro per sanare ciò che ai più appare insanabile? Soprattutto, come potrà farlo in poco tempo, quando sono ormai decenni che che i problemi non si risolvono e, anzi, si aggravano? E poi, alla fine sarà colpa sua se nulla cambierà ancora una volta? In questi casi, e ammesso che il nuovo ministro possa lavorare e trovare risorse da investire, conviene parlare poco e cercare di cominciare a risolvere anche solo uno dei tanti problemi. Nell’era della velocità ipersensoriale e socialdemenziale abbiamo forse bisogno di vedere un piccolo passo, non una roba eterea ma un’impronta concreta sulla sabbia. Sarebbe una grande svolta, direi epocale.