Le principali sigle sindacali concordano con le Associazioni delle imprese sulla necessità di far ripartire i cantieri e generare posti di lavoro (ma anche solo fermare l’emorragia di posti perduti).
Continua la crociata delle principali Associazioni delle imprese edili nazionali per cercare di stimolare la ripresa del settore. Recentemente si sono schierati al loro fianco anche le principali sigle sindacali, per dar manforte, ma anche per trasmettere un messaggio di unità.
Ribadire che nei dieci anni della crisi (per molti non ancora sopita) abbiano perso il lavoro circa 600.000 addetti, e che abbiano chiuso i battenti circa 120.000 imprese è appunto un ribadire, e se da un lato la denuncia è essenziale per smuovere le acque, dall’altro lato bisognerebbe anche trovare il modi di far cambiare le cose veramente.
Il nostro è un paese edilizialmente parlando bloccato: il nuovo Codice degli Appalti ha le sue responsabilità, ma le cose andavano male anche prima. E forse è inutile continuare a riscrivere regole che poi nessuno (o magari solo qualcuno) osserva, ma soprattutto, come per ogni attività che è regolata dalla spesa pubblica, il problema da risolvere è a monte, dove la burocrazia e la mancanza di assunzione di responsabilità stanno da anni diventando un costo vero e proprio (e particolarmente salato) per la nostra economia.