I ricambi generazionali nel mondo del lavoro stanno generando una selezione naturale. Cambiano i criteri di scelta e, per quanto posso essere agghiacciante, certi valori hanno perso tutto il loro fascino
La Federazione Nazionale dei Servizi Professionali per le Imprese mette il dito nella piaga e evidenzia, ancora una volta, come sia difficile per le imprese trovare la manodopera specializzata di cui avrebbero anche grande bisogno, con conseguente decrescita dell’occupazione. Un dato che fa emergere sempre la necessità della formazione.
Il mercato non fa sconti: non solo pochi assumono, ma molti sono costretti a ridurre gli organici, anche perché il processo di efficientamento della gestione d’impresa attraverso le più moderne tecnologie certamente posti di lavoro non ne crea, e a ciò è anche necessario aggiungere la latente incertezza politica ed economica di un paese a crescita zero.
Chi avrebbe bisogno di personale si trova in una situazione imbarazzante: quasi il 50% delle aziende oggetto dell’inchiesta ha detto che avrebbero anche assunto personale se avessero trovato un’offerta professionalmente adeguata.
Il cambiamento davvero epocale del mondo del lavoro mette oggi in discussione valori che sono sempre stati portati come fiori all’occhiello. Per esempio, l’esperienza oggi conta molto meno di una volta, ma anche i titoli di studio, le referenze, e così via. I “giovani” surclassano i “vecchi” perché sono cresciuti a pane e computer con contorno di social media. E, naturalmente, perché costano molto meno, anche se non è un fattore determinante in fase di scelta.