Con la nascita di nuovi organismi di programmazione e di controllo il rischio di un a ulteriore perdita di tempo (e di soldi) è molto più di una preoccupazione
Le gestione degli appalti pubblici e degli investimenti in costruzioni ha una nuova struttura di gestione, l’ennesima, tanto per complicare ulteriormente ciò che si pensava non potesse essere ulteriormente complicato.
Nascono quindi “Investitalia” una nuova struttura di coordinamento, e la “Centrale per la progettazione delle opere pubbliche”. Inoltre festeggiamo anche la nascita di “Strategia Italia”, con riferimento a quanto stabilito dal “Decreto Genova”.
Tutto il resto va in soffitta, in attesa che un prossimo esecutivo cestini tutto e cambi di nuovo i nomi e le sigle della gestione delle opere pubbliche che, al momento, sembrano ingestibili, mentre sicuramente dovranno sopportare altre interruzioni, almeno per il tempo che occorrerà agli organismi di controllo e programmazione di essere attivi, e qui vengono i brividi.
Parlando di pubblica amministrazione, se pensiamo che a Roma occorrono 198 giorni per avere una carta di identità elettronica (a Milano 60, a Reggio Calabria 1 solo giorno, per esempio) non si può non condividere il timore espresso dall’Ance che ipotizza una fase complicata anche per il prossimo anno, quello dell’ennesimo rilancio mancato del settore. Non è per essere negativi a tutti i costi, è che se ci guardiamo intorno un filo di preoccupazione è, per usare un termine moderno, virale.