Il mercato dei prossimi anni

14/02/19

Il mercato dei prossimi anni 

Un sondaggio di Edilportale mostra il trend dei prossimi anni per l’edilizia pubblica e quella privata. Ci concentriamo sulla seconda, che coinvolge sempre più, come sappiamo, anche le rivendite edili

 

Un interessante sondaggio di Edilportale, immagina quello che sarà il mercato dell’edilizia per i prossimi anni. Tutto parte dai mutamenti, realmente sensibili, del contesto socio- economico, dal cambiamento delle figure di riferimento della committenza sia pubblica che privata, le nuove priorità, i nuovi bisogni da soddisfare. Si tratta evidentemente di argomenti che riguardano direttamente anche la distribuzione edile.

Il sondaggio è stato rivolto ad architetti, geometri e ingegneri di tutta Italia, e l’85% degli interpellati ha risposto che oggi lavora prevalentemente per la committenza privata. La stessa percentuale (85%) opera nel settore del residenziale, seguito da negozi, edifici produttivi e commerciali.

Rimanendo sempre nel settore privato, è emerso che negli ultimi anni il lavoro è rimasto invariato o è variato di poco in positivo o in negativo per il 67% e drasticamente diminuito per il 31%. Irrilevante il numero dei tecnici per i quale il lavoro da committenza privata è notevolmente aumentato.

Che cosa chiede la committenza privata? In larga parte progetti orientati al risparmio energetico e al risparmio economico, poi alla funzionalità e alla rapidità di realizzazione, meno alla sicurezza sismica. Da notare il 12% dei progettisti ai quali è stato richiesto un progetto orientato alla bellezza.

Ma la committenza privata potrebbe spendere (e quindi farsi progettare) molto ma molto di più: ben 250 miliardi all’anno a fronte degli attuali 4,4 (fonte: Nomisma). Ma allora perché i privati non investono? Secondo il 65% dei partecipanti, la prima causa è semplicemente la mancanza di denaro, seguono la scarsa fiducia nel futuro (indicata dal 32% dei partecipanti), incentivi fiscali poco convenienti (27%). Come rimediare? Velocizzando gli iter autorizzatori (secondo il 48%), accorciando i tempi dei rimborsi fiscali (46%) e semplificando la normativa tecnica (39%). Solo il 13% indica tetti di spesa più alti, quasi nessuno maggiore informazione sulle ESCo.

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