I fondi sono già disponibili e i tempi per il loro utilizzo non sono eterni: entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello di riferimento, le Regioni devono certificare l’avvenuto impegno degli investimenti. Le risorse non spese saranno recuperate dallo Stato.
I primi effetti della Legge di Bilancio parlano dei finanziamenti dedicati alle regioni per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio: 4,2 miliardi di euro da suddividere da qui al 2023. Coinvolti anche l’antisismica, i trasporti e il rischio idrogeologico.
Per questo 2019 sono previsti stanziamenti per 800 milioni, quindi per gli anni a seguire 908 milioni per il 2020, 1,03 miliardi nel 2021, 1,03 miliardi nel 2022 e quasi 468 milioni nel 2023.
Per la disponibilità dei fondi non ci dovrebbero essere particolari problemi, perché i 4,2 miliardi sipra indicati derivano da “avanzi di amministrazione” di cui le regioni possono già disporre, come indicato dalle due pronunce emesse nel 2007 e nel 2008 dalla Corte Costituzionale.