CRESME, una congiunturale nel segno dell’incertezza

05/11/20

CRESME, un rapporto congiunturale nel segno dell'incertezza

Nuove competenze e nuove capacità operative. Al settore è richiesto un salto qualitativo, anche nei risultati e nella dimostrazione dei risultati: la parte finanziaria e contrattuale ha chiamato in campo nuovi operatori. Ma la prudenza rimane una componente necessaria.

“La seconda ondata della pandemia è arrivata, un nuovo rallentamento è atteso per il sistema economico. Allo stesso tempo le costruzioni guardano al futuro con speranza, anche se non mancano i rischi che la montagna degli incentivi partorisca un topolino. Incentivi, politiche, risorse e nuovi scenari operativi rimescolano le posizioni all’interno della filiera disegnando l’avvio di una nuova fase di profonda riconfigurazione, con nuovi attori e nuovi modelli operativi che entrano in campo.

I segnali che il mercato delle Costruzioni ha dato dopo il primo lockdown sono stati positivi, le costruzioni hanno reagito e le attese sono diventate quelle di un fermento alimentato dagli incentivi (che nel 2020 non avranno effetti concreti sul mercato), dai programmi di spesa delle opere pubbliche, dagli investimenti che potranno arrivare alle città e ai territori, all’edilizia e alle infrastrutture. Ma la rapida crescita dei contagi e le nuove misure di limitazione della attività disegnano un quadro che si fa più incerto. Tanto da porre la domanda, alla quale l’indagine annuale del Cresme cercherà di dare risposta, se sarà il settore delle costruzioni, dopo oltre un decennio di crisi a trainare l’economia del Paese”.

È questo l’incipit della prossima Congiunturale del Cresme, che ogni anno di questi tempi racconta il mercato delle costruzioni, cercando anche di ipotizzare gli scenari futuri. Un lavoro sempre più complesso, vista l’incertezza che regna sovrana anche per la nostra economia di settore.

Un fatto che potrebbe far ben pensare sono le oltre 2.000 richieste di concessione del credito arrivare all’Agenzia delle entrate nelle scorse settimane (non sappiamo però quante di queste saranno validate) per un totale di 13 milioni di valore corrispettivo. Se questa notizia fosse solo una gradevole premessa, non potremmo che immaginare un futuro radioso per il nostro settore. Ma, come sottolinea il Cresme nella presentazione della sua analisi, l’incertezza è l’unico valore, scusate il bisticcio, davvero certo.

 

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