ANCE e CRESME: è sempre guerra agli energivori

26/02/14

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Ambiente: Forum RI.U.SO03, allarme sprechi energetici: la metà degli edifici pubblici ha più di 70 anni, più di un terzo delle scuole ha il solo vetro singolo. Oltre 47 miliardi di euro all’anno la spesa per riscaldare e illuminare case, scuole, uffici pubblici. Le risorse per risparmio energetico sono investimenti e non spese. Cresce la riqualificazione edilizia: con 115 miliardi di euro batte il nuovo fermo a 51 miliardi

L’efficienza energetica del patrimonio immobiliare esistente è un imperativo per l’Italia, così come per gli altri Stati membri in presenza di una Direttiva che fissi una serie di obiettivi stringenti. L’Italia spende 45,2 miliardi di euro ogni anno per consumi termici ed elettrici negli 11, 8 milioni di edifici residenziali; 1,3 miliardi nelle 52mila scuole; 644 milioni nei 13,7mila edifici pubblici.

La sfida che non può più essere elusa e che deve impegnare le forze economiche, professionali e sociali del Paese è quella che deve portare a sviluppare una strategia in grado di mirare quei segmenti del patrimonio oggi più deboli dal punto di vista energetico e maggiormente energivori: quel 49% di edifici per uffici pubblici che ha più di 70 anni, quel 35% di scuole con il vetro singolo fra quelle costruite più di 50 anni fa. Ecco perché le risorse che devono essere destinate al risparmio energetico non possono più essere considerate come mere spese quanto invece entrare a pieno titolo nel capitolo investimenti.

Questi alcuni dei più allarmanti dati che emergono da una ricerca del Cresme presentata in occasione del Forum RI.U.SO03 promosso da Ance, Consiglio Nazionale Architetti e Legambiente.

Una ricerca che tra l’altro, rivela un mercato delle costruzioni che sta radicalmente cambiando le proprie caratteristiche. Tra 2006 e 2013, infatti, il valore complessivo della produzione del mercato delle costruzioni si è ridotto del 32%; gli investimenti in nuova edilizia residenziale sono crollati del 58,7% e il giro di affari del mercato immobiliare si è ridotto, a causa del crollo del numero delle compravendite e dei prezzi, del 60%. Di contro, il peso dell’attività di manutenzione e recupero del patrimonio esistente sul totale del valore della produzione è cresciuto di oltre 11 punti percentuali.

La crescita dell’attività di recupero è dipesa, da un lato, dalla pesante riduzione degli investimenti per le nuove costruzioni, crollati in termini assoluti e a valori correnti, da 85 miliardi di euro del 2006 a meno di 51 nel 2013; dall’altro, dalla crescita dell’attività di manutenzione, rinnovo, recupero, che è passata, sempre in valori correnti, dai 106,5 miliardi di euro del 2006 ai 115,1 del 2013.

Nel 2013 – sostiene il Cresme – il valore della produzione delle costruzioni è stato pari a 173,5 miliardi di euro (comprensivi degli investimenti in impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili ed escluse le spese per i trasferimenti di proprietà), mentre la spesa per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio esistente, che comprende anche l’efficientamento energetico, è ammontata a 115,1 miliardi di euro, pari al 66,4% dell’intero mercato delle costruzioni. E se a questi vengono aggiunti i 7,5 miliardi di euro degli investimenti in fonti energetiche rinnovabili, si supera il 70% del valore delle costruzioni.

Dunque, negli anni Duemila la crescita del valore della produzione del mercato del recupero e dell’efficientamento energetico, oltre a quello delle fonte energetiche rinnovabili, è stata sostenuta dalle misure fiscali volte ad agevolare queste attività. Si tratta di una delle poche politiche industriali di settore che, pur caratterizzata da continuità faticosa, ha segnato un intero periodo economico. E se gli effetti degli incentivi sul mercato non sono stati secondari, anche per lo Stato i conti non sono stati negativi. Sempre nel 2013, gli incentivi per la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica sono ammontati a 19 miliardi di euro pari al 42% del residenziale, di cui 14,5 miliardi gli investimenti incentivati per la ristrutturazione edilizia e 4,5 quelli per la riqualificazione energetica.

(Fonte: comunicato stampa Ance – ance.it)

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