Gare in aumento e valori in crescita. Ma le previsioni rimangono sostanzialmente le stesse: ovvero, fatica ad arrivare a un +1%
Frugando fra le mille notizie di stampo congiunturale che circolano nel nostro paese, si scopre che nei primi cinque mesi di quest’anno, e rispetto al 2017, l’incremento dei bandi di gara per i lavori pubblici è aumentato del 16%. Una bella percentuale che certifica la promozione di 8.462 bandi, per un controvalore di oltre 8,5 miliardi.
I lavori pubblici (quantomeno i bandi, poi iniziare a cantierare è un’altra cosa) mostrano quindi una certa vivacità, ma sono percentuali che se da un lato mettono il buonumore, dal’altro fanno riflettere, perché altri osservatori ci dicono che ci sarà da festeggiare se la congiuntura di settore arriverà a un +0,8%.
A un osservatore comune lo scempio delle cifre fa propendere verso un disilluso sentiment di attesa. Sarà, vedremo, chissà. Un po’ di ottimismo però arriva dal fatto che, finalmente, il numero delle concessioni edilizie ritirate (cioè i lavori partono) è un discreto aumento. Ma non ci fidiamo più: dieci anni di crisi condita con la salsa di futili promesse e malriposte speranze hanno trasformato gli operatori edili in un esercito di San Tommaso. La rima la conoscete.