Nella tradizione edilizia italiana, siamo storicamente abituati a fare uso di tecniche definite in gergo “a umido”. Ovvero, per intendersi, tecniche basate sull’utilizzo del mattone e della malta. Se queste rimangono di imprescindibile utilizzo in buona parte dei casi, tuttavia è possibile a volte svolgere lavori in cartongesso come valida alternativa, ovvero “a secco”, soprattutto nella realizzazione di progetti di interni.
Questa tecnica è di grande interesse negli ultimi anni e sta convincendo sempre di più nel tempo sia clienti sia imprese esecutrici, per via dei numerosi aspetti positivi che la caratterizzano. Per questo l’argomento è molto trattato nella rete e anche noi abbiamo già scelto di parlarne in passato, spiegando “Come costruire una parete in cartongesso e quali sono i costi”.
Come primo punto, capiamo assieme cosa sia il cartongesso e come si impiega.
In altre zone del mondo è già da tempo utilizzato, come per esempio negli Stati Uniti. In Italia solo recentemente si è iniziato a fare un ampio uso del cartongesso per i motivi sopra spiegati. Si tratta, di fatto, di gesso pressato a formare lastre, ovvero dei pannelli di spessore 12 mm. Queste sono contenute da due pellicole cartonate sulle due facce e da qui deriva il nome cartongesso. Con esso, possiamo realizzare controsoffitti, contropareti, ma anche pareti divisorie vere e proprie in sostituzione delle classiche pareti a forati e malta.
Come si installa? L’operazione avviene tramite l’impiego dei seguenti materiali e attrezzi:
Una volta fissati i profili metallici, su di essi si appoggiano i pannelli in cartongesso e quindi si procede a fissarli avvitandoli. Quindi si dispone all’incontro fra pannello e pannello la retina porta gesso e si stucca il giunto.
A fine lavoro si tinteggia.
I vantaggi rispetto alle tecnologie classiche che vedono la posa in opera con muratura di varie tipologie di forati e blocchetti sono consistenti. Per esempio:
Quanti e quali lavori possiamo fare grazie al cartongesso? Quali effetti progettuali e volumetrici? Riportiamo alcuni esempi partendo dal soggiorno e la zona living in generale.
Molto spesso siamo abituati a pensare un televisore posizionato necessariamente sulla sommità di un mobile. Ma esistono altre soluzioni più innovative e di design. Per esempio, possiamo realizzare una sorta di mobile a parete in cartongesso, disegnandolo con una serie di vuoti e piani grazie ai quali alloggiare libri, oggetti di arredo, una pianta di fiori e, appunto, il nostro televisore.
Ma non solo.
Con il cartongesso potremmo realizzare anche un controsoffitto. Nell’intercapedine che rimane inseriamo tutti i cablaggi del caso, risolvendoci così il problema del passaggio degli impianti, e poi scegliamo come giocare con il controsoffitto per posizionare l’illuminazione: se a faretti, se a strisce led posizionate all’interno di fessure o altro ancora a nostro gusto.
Altri contesti in cui possiamo risolvere un sacco di problemi grazie all’utilizzo del cartongesso sono la cucina e il bagno. In entrambi questi ambienti, infatti, abbiamo la necessità di posizionare un buon numero di tubi per l’adduzione dell’acqua e lo scarico della stessa.
Per evitare di aprire tracce nei muri, pratica impegnativa e scorretta sotto il profilo della salute strutturale dell’edificio, possiamo posizionare delle lastre di cartongesso a formare una controparete all’interno della quale introdurre tutte le tubazioni necessarie.
Giungiamo a termine riportando alcune cifre che possano orientarci sotto il profilo economico. Queste lavorazioni, come tutte le altre in edilizia, vanno contestualizzate per aggiustare il tiro di caso in caso. Ciononostante, possiamo prendere a riferimento un costo che va dai 20-25 euro fino a 40-45 euro a metro quadrato per una controparete fornita e posta in opera. Invece, si spende dai 35-35 euro a 55-65 euro a metro quadrato per una parete a due facce.
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