Una nuova scoperta della Vanderbilt University ci ha avvicinato ulteriormente alla piena efficienza tipica delle piante, in tema di sfruttamento dell’energia solare. Aggiungendo la proteina fotosintetica degli spinaci al silicio, i ricercatori hanno creato celle solari bioibride con una potenza molto maggiore rispetto ai modelli precedenti.
Le celle solari bioibride sono in parte composte da una molecola biologica e in parte da materiale conduttivo. “Nel nostro caso queste molecole sono proteine del Fotosistema I, che è ciò che guida la fotosintesi nelle piante”, ha detto Kane Jeggings, professore di chimica e ingegneria biomolecolare alla Venderbilt, colui che ha guidato lo studio insieme a David Cliffel, un professore di chimica associato.
Dopo 40 anni di ricerca sull’uso delle proteine del Fotosistema I (PS1) nelle celle solari, si è giunti a queste nuove celle perfezionate, in grado di produrre quasi un mA di corrente per centimetro quadrato a 0.3 volt – quasi due volte e mezzo l’elettricità delle celle bioibride sviluppate precedentemente.
Tuttavia, queste nuove celle devono compiere ancora notevoli progressi prima che possano competere con la tecnologia solare attuale (fotovoltaico in silicio).
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