Ecobonus al 110% per l’edilizia: nuove opportunità per il settore

15/05/20

Si fa presto a dire bonus

Ecco qualche dettaglio in più sull’ecobonus volto al rilancio dell’edilizia sul mercato: i propositi sono ottimi e tutto il settore confida, per una volta, in una legislazione chiara e semplice da mettere in pratica. Cosa che non è per niente scontata.

La patria della Semplificazione Impossibile, ovvero il nostro paese, si ritrova oggi ad affrontare alcune novità relative alle agevolazioni fiscali, o bonus casa, come le volete chiamare, che non hanno precedenti, nemmeno a titolo di promessa effimera e non mantenuta: un bonus addirittura del 110% riservato a tre principali categorie di intervento: la realizzazione di cappotti termici, la sostituzione delle vecchie caldaie energivore con le caldaie a pompe di calore e a condensazione. La terza, che deve però essere abbinata alle prime due, è rappresentata dai pannelli fotovoltaici. Restiamo quindi con il fiato sospeso, perché sarà tutto vero quando il ministero dello Sviluppo Economico emanerà (e lo deve fare dopo 30 giorni dalla conversione del decreto in legge) il suo decreto con le varie modalità di applicazione.

Il provvedimento riguarda i condomini e le abitazioni, ma non le seconde case. Il “costo zero” – poi qualcuno ci spiegherà come mai, e sottolineiamo mai, se il costo è 100 ci rendono 110 – è garantito dallo stato, nel senso che paga lui. Il condomino, o il proprietario di abitazione, deve solo cedere il suo credito d’imposta all’impresa o le imprese che realizzeranno i lavori. Questi signori cederanno poi lo stesso credito alle banche, un credito che sarà spalmato in cinque anni. La durata di questo provvedimento eccezionale partirà da luglio di quest’anno fino alla fine del 2021. Non è molto, soprattutto nei condomini dove far andare d’accordo la gente è più complicato di semplificare il nostro labirinto legislativo.

Se ogni cosa funzionerà, come ovviamente tutti ci auguriamo, e soprattutto se il pubblico rispenderà positivamente a questa potenziale manna per il settore dell’edilizia (e dell’impiantistica) a guadagnarci saranno soprattutto le nostre abitazioni, che diventeranno più confortevoli e meno costose da mantenere. Per quel che ci riguarda, facciamo la puntata massima sul rinnovamento delle facciate – dove però ci saranno delle regole da rispettare, ovvero, per fare un esempio sul cappotto, l’utilizzo di prodotti con il “bollino blu”: i materiali dovranno rispettare i requisiti minimi ambientali, quelli previsti dal decreto Ambiente 11 ottobre 2017. Inoltre, bisogna tenere conto dell’obbligo di applicare i Criteri Ambientali Minimi contenuti nel Decreto ministeriale “ambiente” dell’11 ottobre 2017, già previsto nell’ambito dei lavori pubblici e relativo all’utilizzo di prodotti eco compatibili. E non è finita, perché dal 25 gennaio 2019 è necessario utilizzare solo sistemi dotati di certificazione di reazione al fuoco in caso di cappotto oltre il 50% delle facciate di edifici con altezza antincendio superiore ai 24 metri, che corrispondono a otto piani.

Ancora due questioni e, in ogni caso, nei prossimi mesi avremo modo di verificare ed eventualmente approfondire l’argomento che, lo ricordiamo, non è al momento ancora nella sua fase attuativa. La prima questione riguarda il miglioramento delle classi energetiche, che è di fatto la condizione necessaria per poter usufruire dei bonus. Si parla di miglioramento di due classi energetiche, che non è poca cosa, ma la maggior parte delle abitazioni nel nostro paese è in Classe G, e si tratterebbe quindi di passare alla Classe E. Non è un’impresa impossibile.
La seconda questione riguarda gli adempimenti economici. Nelle nuove disposizioni, la cessione del credito d’imposta consente di realizzare i lavori senza versare anticipi da parte del committente. La palla passa alle imprese, prime destinatarie del credito d’imposta che, a loro volta, possono girare il bonus fiscale alle banche. La cessione del credito di imposta è stata fortemente potenziata, visto che consente di realizzare i lavori senza pagare anticipi. La cessione del credito dovrebbe essere un incentivo anche per chi non ha capienza fiscale, visto che non dovrà anticipare nulla. Ma per cedere il credito di imposta, oppure semplicemente per ottenere il bonus, occorre un visto di conformità, che dovrà essere richieste ai centri di assistenza fiscale per poter accedere alla cessione del credito alle banche e allo sconto in fattura, i due strumenti che vengono generalizzati per garantire la realizzazione dei lavori senza nessuna forma di anticipo da parte delle famiglie e dai condomini.

È evidente che la materia dovrà essere ben regolamentata, ed ecco spiegato il motivo per cui dobbiamo attendere il decreto del ministero dello Sviluppo Economico che dovrà, si spera, fare luce su un argomento che, se ben organizzato, potrà davvero favorire un rilancio dell’attività edilizia nel nostro paese.

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