Per l’Istituto di Ricerca, il 2020 si chiuderà con un -9,5%, in generale, quindi con settori più penalizzati come quello della ristrutturazione, e altri positivi, come il comparto delle opere pubbliche.
Dei risultati di questo 2020 non si parla volentieri, meglio cominciare a pensare al prossimo anno quando, secondo le previsioni del Cresme, gli investimenti in edilizia dovrebbero raggiungere il +8,3%.
Il 2020 farà invece registrare una flessione del 9,5%. Se questo risultato rappresenta il mercato nel suo complesso, ci sono anche aree dove le cose non sono andate così male. Per esempio, il comparto delle opere pubbliche può vantare un discreto +1,7%. Il settore delle macchine stradali, nei primi nove mesi, ha ottenuto un più che lusinghiero +24,8%. E, pur con tutti i problemi che conosciamo, l’occupazione chiude con un segnale positivo: +1,6%.
Ma ciò che più ci riguarda, e che quindi ci preoccupa, è il settore della ristrutturazione che smette di essere, dopo diversi lustri, il comparto trainante dell’economia di settore: -13,9% è una percentuale preoccupante, anche se era abbondantemente prevista.
Che cosa ci aspetta nel prossimo futuro? Secondo il Cresme, il prossimo anno dovrebbe prevedere un significativo rimbalzo e arrivare, come più sopra indicato, a un interessante +8,3%, un dato che sarà sostenuto dalle opere pubbliche (+9,5%), ma soprattutto dal settore della ristrutturazione, cui viene assegnato un incremento molto considerevole (+14%), anche se non sarà grazie agli effetti del Superbonus: troppi aspetti da chiarire sulla durata del provvedimento; una eccessiva complessità burocratica e condizioni particolarmente restrittive per renderla una iniziativa “popolare”; la difficile coordinazione fra committenti, imprese, società finanziarie e il fisco.
Da un po’ di tempo, abbiamo notato come l’attesa per il Superbonus stia di fatto bloccando l’attività dei cantieri. C’è quindi da immaginare che se il mercato della ristrutturazione ripartirà sarà per altri motivi. Per esempio, una pandemia sotto controllo, una ripresa del mercato del lavoro, un po’ più di serenità sociale.