Fino a poco tempo fa, accostare pavimenti diversi nella stessa zona della casa era considerato un azzardo sul piano stilistico. Oggi, invece, accanto alle soluzioni “tradizionali” iniziano a comparire sempre più spesso scelte dettate dal bisogno di creare ambienti unici, esclusivi e personalizzati sui propri gusti e desideri.
Tra le tendenze di Interior Design si sta facendo largo con crescente insistenza il cosiddetto “Mix&Match”, ossia la realizzazione di rivestimenti a parete o a pavimento che, giocando con l’accostamento di materiali, colori e finiture diverse, riescono a conferire agli ambienti un appeal originale e sofisticato.
Ovviamente, la realizzazione di un pavimento misto deve sottostare ad alcune regole di carattere tecnico e ad una serie di criteri stilistici che servono ad evitare il fastidioso “effetto bazar”.
Il principio aureo in questi casi è creare ambienti armoniosi, visivamente equilibrati, con pavimentazioni capaci di dosare bene contrasti, colori, proporzioni, forme e pattern grafici.
In questo articolo vedremo come unire due pavimenti diversi senza commettere gli errori più comuni e ti daremo qualche consiglio utile per individuare il pavimento misto con gli abbinamenti più belli e funzionali.
In alcuni casi l’abbinamento di pavimentazioni diverse è una scelta stilistica tout court che incarna quel desiderio di unicità e tocco personale di cui parlavamo pocanzi.
Pensiamo ad esempio ad una stanza progettata con parquet e, al centro, un inserto quadrato o un rosone in marmo, mosaico, ceramica o pietra. Un accostamento del genere, che ha una pura valenza decorativa, serve a valorizzare l’ambiente, a catalizzare gli sguardi e a creare un punto focale di grande suggestione.
In altri casi invece la scelta del pavimento misto è dettata da esigenze pratiche.
Se, ad esempio, la ristrutturazione di un appartamento prevede l’abbattimento di una parete per unire cucina e living in un unico open space, e se i pavimenti dei due ambienti sono diversi, si potrebbe decidere di mantenere e valorizzare tale diversità. In questo caso l’unione di due pavimenti differenti diventa anche una soluzione funzionale per risparmiare sulla ristrutturazione.
Se vuoi scegliere un pavimento moderno, considera che l’open space condiviso da living e cucina rappresenta forse l’espressione più comune della moderna tendenza di combinare due pavimenti in stile, materiale e/o finitura diversa.
Come detto, il mix di pavimenti in cucina e living condivisi potrebbe dipendere dalla volontà di mantenere i rivestimenti originali nel momento in cui da due stanze separate si crea un solo ambiente (più grande). In questo caso sarà sufficiente creare un raccordo nella striscia vuota tra le due pavimentazioni esistenti, ossia nello spazio in cui era alloggiato il tramezzo.
Altre volte il pavimento assume volontariamente il ruolo di elemento distintivo, come a voler tracciare la differenza tra i due ambienti. Come a dire: la parete divisoria è stata abbattuta (oppure non è stata mai progettata), ma cucina e living hanno comunque funzioni diverse. Il pavimento misto serve proprio a “segnare” tale diversità.
Il soggiorno è un ambiente “caldo” per antonomasia: un pavimento in legno potrebbe enfatizzare con efficacia queste caratteristiche e creare subito un clima di accoglienza e familiarità.
Tuttavia, se estendessimo la posa del parquet anche all’angolo cottura potrebbero sorgere problemi di ordine pratico. La scelta di accostare pavimenti diversi in questo caso risolverebbe la questione “isolando” la cucina con una superficie più resistente del legno, possibilmente non porosa, idrorepellente e facile da pulire.
La posa del pavimento misto deve seguire alcune regole legate alla progettazione e agli aspetti più tecnici.
Per prima cosa, per unire due pavimenti diversi bisogna creare una fascia di congiunzione, un elemento di raccordo. Tale elemento serve a sancire la fine di una tipologia di pavimento e l’inizio dell’altra tipologia. In sostanza, il raccordo ci traghetta da una pavimentazione all’altra in modo da rendere tutto più graduale, armonioso ed equilibrato.
La fascia di raccordo serve anche a colmare imperfezioni e dislivelli.
Ma scopriamone di più.
Affinché la scelta di accostare pavimenti diversi sia vincente è importante bilanciare il contrasto con i giusti elementi di raccordo, soprattutto quando per unire due stanze è stato necessario demolire il tramezzo non portante che le divideva.
In questo caso a terra rimane una traccia di almeno 10-15 cm che va rivestita. C’è poi da considerare il dislivello tra i due ambienti: se è lieve si può rimediare calibrando in maniera opportuna il collante per la posa in opera, se invece è più importante, sarà necessario allargare la fascia di raccordo ad almeno 40-50 cm.
L’importante è che il lavoro venga eseguito a regola d’arte da maestranze abili ed esperte.
Ma cosa mettere tra un pavimento e l’altro? Con quali materiali creare la fascia di raccordo?
Se il pavimento esistente è in legno, per realizzare il raccordo è consigliabile utilizzare listoni di un’essenza diversa e posarli a correre, anziché seguire la geometria originaria.
Questo per due motivi:
Tanto vale, dunque, accentuare la fascia di separazione e darle una connotazione stilistica propria.
Se si desidera sottolineare ancora di più il distacco, la fascia di raccordo può essere realizzata anche in un materiale completamente diverso.
Quali sono i materiali che stanno bene con il legno? Che pavimento abbinare al parquet?
Scopriamolo.
Il parquet è un materiale versatile e facilmente abbinabile.
Ciò dipende anche dalle tante vesti cromatiche e stilistiche che riesce ad incarnare.
Cambiando l’essenza legnosa, la colorazione, la finitura superficiale e l’effetto, il pavimento in legno assume ogni volta un volto diverso: shabby chic, country, industrial, classico e senza tempo, oppure minimal e ipermoderno.
In generale, va d’accordo con i materiali naturali come lui: marmo e pietra su tutti.
Non mancano però affascinanti commistioni tra parquet e piastrelle in ceramica.
Il Mix&Match fonda il proprio significato sull’accentuazione delle differenze. È dai contrasti più azzardati e impensabili che nascono le soluzioni stilistiche più apprezzate.
Abbinare due materiali diversi in tutto (colore, resa estetica, finitura, texture, design, formato) è una scelta più audace rispetto a quella che prevede una differenziazione parziale.
In questo senso, il pavimento misto parquet e ceramica è una soluzione “estremista”. I due materiali non potrebbero avere caratteristiche più diverse:
Una soluzione più moderata è l’unione di marmo e parquet, due materiali naturali e pregiati.
Ad una prima impressione, mettere insieme marmo e parquet sembra piuttosto difficile.
In realtà, la combinazione tra questi due materiali è più coerente (e facile) di quanto sembri. Ad aiutare il matrimonio tra il freddo marmo e il caldo parquet sono i punti in comune, a comunicare dalla presenza in entrambi delle caratteristiche venature superficiali.
Le venature creano tante sfumature cromatiche, disegnano motivi grafici casuali e, a livello visivo, determinano un design dinamico, in movimento e a tratti sfuggente: è all’interno di tale indeterminatezza (intesa non come precarietà, ma come connotazione stilistica così ricca da sfuggire alle definizioni) che si inserisce il felice connubio marmo-parquet.
Da un lato le venature servono a mascherare meglio la differenza tra materiali diversi, rendendo la visione d’insieme più omogenea e calibrata; dall’altro enfatizzano l’eleganza e l’appeal sofisticato degli effetti cromatici derivanti dall’alternanza tra doghe in legno e piastrelle in marmo.
Questo tipo di pavimento misto sta bene ovunque: dalle camere da letto al bagno, dall’ingresso alla sala da pranzo, passando per living e cucina.
Veniamo ora agli errori più diffusi in cui si può incappare quando si decide di accostare pavimenti diversi.
Nel realizzare una pavimentazione mista è importante tenere conto delle diverse proprietà dei materiali, in particolare del coefficiente di dilatazione termica, che varia da materiale a materiale. Ciò è vero soprattutto nel caso del legno, che tende a dilatarsi e a deformarsi in determinate condizioni di temperatura e umidità.
Il problema può essere aggirato rifinendo l’unione tra i pavimenti con un raccordo adeguato. Per unire il legno ad altri materiali si usa uno specifico bindello, sempre in legno, mentre per altri tipi di pavimenti si usano listelli che possono essere in marmo, legno oppure ottone.
Negli ultimi anni si è registrato un vero e proprio boom dei pavimenti in gres (o dei laminati) che imitano i materiali naturali come legno, pietra e marmo.
Tuttavia, un conto è rivestire un’intera stanza, ben delimitata, con un pavimento effetto marmo, un altro è cercare di creare un pavimento misto mettendo insieme il materiale originale e la sua imitazione: messe a stretto confronto, le differenze estetiche tra le essenze naturali e le “fedeli riproduzioni” sarebbero troppo evidenti.
Insomma, questo abbinamento non è mai una buona idea!
Sconsigliamo di optare per la pavimentazione realizzata con due essenze legnose diverse: dal punto di vista visivo è un accostamento che crea confusione e non favorisce la valorizzazione reciproca dei materiali.
Stessa cosa vale per le finiture, i trattamenti e la posa: non sarebbe una buona idea neanche accostare un parquet in rovere con tinta color miele e vernice lucida ad un parquet sempre in rovere, ma grezzo, sbiancato e a listoni.
Se vuoi puntare sul contrasto, è meglio scegliere materiali diversi (anche agli antipodi, come legno e ceramica), piuttosto che puntare su due pavimenti diversi in legno.
E infine un ultimo consiglio, ma forse il più importante di tutti.
Per essere sicuro di non commettere errori nella progettazione e realizzazione del pavimento misto evita più possibile il fai da te.
Per determinati lavori, tra cui la posa dei rivestimenti e la creazione di inserti di materiali diversi all’interno di una pavimentazione, è sempre meglio rivolgersi ad aziende specializzate.
Accostare pavimenti diversi è una soluzione di design originale e accattivante, ma solo se viene eseguita a regola d’arte.
L’approssimazione non è consentita: il risultato finale sarebbe un boomerang che rovinerebbe lo stile dell’intera casa.
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