Dopo sei anni di crescita, per la prima volta lo sviluppo dei punti vendita dedicati al bricolage ha subito una lieve frenata
Numerose rivendite edili hanno dedicato (o stanno progettando) uno spazio al brico, un settore per molti ancora marginale nel marketing mix aziendale, ma comunque in crescita, che serve anche da richiamo per il resto dell’offerta di prodotti.
Il settore del brico professionale, che ha come protagonisti i centri di bricolage e i garden center (anche l’outdoor è uno dei settori finiti sotto la lente della distribuzione edile) ha avuto negli anni passati uno sviluppo interessante ma, come era facile prevedere l’emergenza sanitaria causata dal dal lockdown ha portato delle conseguenze negative anche sullo sviluppo dei centri bricolage e garden center legati alle insegne e ai consorzi del commercio organizzato operanti in Italia.
Secondo un’indagine di “Mondopratico.it”, al 30 giugno 2020 sono infatti 1.165 i punti vendita legati ai 26 gruppi distributivi specializzati nel DIY e nel giardinaggio, con un calo dello 0,6% rispetto ai 1.172 attivi a fine 2019 (-0,2% le metrature). Se invece si analizza il trend annuale, quindi rispetto al 30-6-2019, il monitoraggio evidenzia una crescita dell’1,4% dei negozi e del 4% delle metrature, grazie soprattutto alle nuove aperture realizzate nel secondo semestre dell’anno scorso. Un dato negativo non si registrava dal 2014, in concomitanza con l’ultima crisi economica. Nonostante la percentuali negative (ma non certamente drastiche, rispetto a altri comparti produttivi) il settore continua a essere vivace, tra l’altro sempre con interessanti margini di crescita.