Il progetto sviluppato dalla società Chartier Dalix Architectes è stato concepito come parte di un programma particolarmente innovativo dal punto di vista ambientale.
Gli architetti hanno costruito una struttura unica che ospita una scuola elementare e una palestra caratterizzata da un contesto ambientale decisamente particolare nella città di Parigi.
Da una parte lo stile primario della struttura richiama gli edifici e il contesto più ampio in cui è inserita ma dall’altra si distingue per un’ampia area verde dove la natura cresce liberamente, creando una sorta di baldacchino verde urbano protetto dalle stesse persone che vi abitano.
Questo progetto segnala l’inizio di una nuova tendenza che vuole restituire la biodiversità nel cuore delle aree urbane.
Più di ogni altro progetto, la costruzione di una scuola è l’occasione per ripensare le connessioni concettuali fondamentali fra la poesia, l’istruzione e la natura, traendo ispirazione da nuovi impulsi estetici.
Così gli architetti hanno raccolto la sfida di ricreare un ecosistema completamente funzionante che sia un luogo di apprendimento, uno spazio ideale in cui i bambini locali potranno realizzare il proprio potenziale, ma anche un centro di utilità sociale, grazie alla palestra, per i residenti locali.
La struttura è situata nel sito A4 Est nella zona di sviluppo urbano “Seguin – Rives de Seine” dove sorgevano i vecchi siti produttivi della Renault.
Le due strutture, palestra e scuola, sono unite in un unico edificio, delimitato da un caratteristico muro in roccia. Il muro circonda e avvolge tutta la struttura ed è stato fortemente voluto dagli architetti perché rappresenta un gesto chiaro e preciso per la zona di sviluppo urbano.
“Abbiamo voluto far si che tutti capissero che questo edificio sarebbe stato il “cuore verde” dell’intera area; il punto di partenza di un ampio progetto di riqualificazione collettivo” hanno affermato gli architetti.
La scuola serve quindi come un elemento unificante per tutta la collettività in un paesaggio dove fauna e flora svolgono un ruolo vitale nel guidare lo sviluppo per il resto della zona.
L’idea alla base di questo progetto è un “paesaggio come spazio di vita” piuttosto che un semplice edificio. Ci sono due parti distinte per l’edificio: una sezione di pietre e roccie, considerando le facciate e le pareti, e una sezione fatta di piante e natura composta dal tetto.
Il muro avvolge tutta la struttura come inserendola in un contenitore immaginario; ci sono contorni e linee morbide che creano spazi interni ed esterni fluidi ed elastici evitando fratture tra i volumi.
L’edificio nonostante sia molto compatto offre numerosi punti di vista. I campi da gioco sono simmetrici e quasi contrapposti contribuendo ad esaltare la fluidità delle forme dell’edificio.
Tuttavia la caratteristica peculiare del progetto è un ambiente naturale non controllato in modo rigido in modo che possa agire da catalizzatore per la biodiversità urbana. Gli architetti hanno affermato che sarà una struttura “viva” e il suo aspetto potrà essere diverso tra cinque o dieci anni. “Abbiamo voluto esaltare l’incertezza della natura che non necessariamente appare dove ci si potrebbe aspettare” affermano gli architetti.
Un altro elemento cardine del progetto è la parete “vivente” realizzata con blocchi prefabbricati di calcestruzzo. Questi blocchi presentano due diversi tipi di rivestimento. Il lato visibile è liscio, lucido e ideale per riflettere la luce. Mentre i lati interni sono a costine con un rivestimento più duro e ruvido fuso in un unico muro.
Questo differenza tra le superfici ha lo scopo di incanalare l’acqua verso i lati dei blocchi, evitando così il gocciolamento sul lato a vista e l’invecchiamento precoce dei materiali.
Le rientranze delle facce laterali del muro favoriscono la vegetazione e i piccoli avvallamenti e nicchie sono rivolti ai piccoli animali, offrendo anche un luogo dove diverse varietà di uccelli possano nidificare. La differenziazione delle rientranze dei blocchi aumenta i tipi di habitat potenziali per le diverse specie attese sul sito. Le loro dimensioni sono state progettate per specie come il gheppio, pipistrelli, pettirossi, codirossi, rondoni comuni, storni o rondini.
Infine il tetto è un vero e proprio giardino pensile situato dodici metri sopra la palestra. E’ organizzato su tre livelli con differenti tipologie di vegetazione: una prateria di piante mesophilus, una frangia arbusto – terra e un’isola boschiva piantata in 1 metro di terra. La continuità dei corridoi ambientali creati dalla flora naturale consente la comunicazione tra le specie.
Questo giardino sopraelevato ha due funzioni: in primo luogo sostiene la fauna del muro dato che è ricco di risorse nutrizionali e garantisce, quindi, il successo della biodiversità . E, allo stesso tempo, offre un piacevole panorama dagli edifici che si trovano a nord a sud permettendo agli abitanti di godersi la loro piccola “isola verde”.
Photos Credits:
archilovers.com
ecoreport.tv
architektt.com
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