Sono oltre 400 i permessi edilizi non ritirati dai costruttori edili nella capitale. E soffrono anche le ristrutturazioni. In Italia mutui in caduta libera: -41%
Se le banche smettono di fare le banche e si trasformano in società di investimento, come ormai avviene da un bel pezzo, nonostante gli aiuti della Banca Centrale Europea, è difficile immaginare una ripresa del mercato, quello reale. Le notizie che arrivano da Roma e che sono state debitamente diffuse da quotidiani e siti Internet vari non sono solo lo specchio della realtà di questa città, ma di tutto il nostro paese, che presenta una situazione mediamente difficile, con qualche sacca di positività che rende comunque complicata un’analisi coerente. A Roma, si diceva, non costruiscono più: oltre 400 permessi edilizi non sono stati ritirati perché i costruttori non hanno capitali loro (e se li hanno se li tengono) e quindi la stretta delle banche non permette l’accesso al credito. Una difficoltà che coinvolge pesantemente anche i privati. Morale, -41% (poco più, poco meno) è la flessione del mercato dei mutui a livello nazionale, mentre, sempre in Italia e secondo i dati dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), la flessione del mercato nel 2012 rispetto al 2011 è del 7,6%.
Soffre quindi moltissimo anche il mercato immobiliare. L’acquisto di case è sceso del 23,7%. A Roma, per rimanere in argomento, il presidente di Acer – l’Associazione romana dei costruttori – segnala una flessione del 30% delle compravendite. Uno dei motivi per cui non si costruisce più, oltre a quelli più sopra evidenziati, è la forte quantità di invenduto.
Del resto, durante la Convention Made dello scorso 5 dicembre lo stesso Lorenzo Bellicini, direttore tecnico del Cresme, aveva mostrato con i crudi numeri la flessione del mercato delle nuove costruzioni. Nel 1982, si costruivano 440.000 nuove case; nel 2011 eravamo già scesi a 189.000, dopo la scorpacciata sconclusionata di cantieri della prima metà degli anni Duemila. Quest’anno la previsione è di 169.000 unità, mentre le stime del Cresme indicano che nel 2013 si scenderà a 154.000.
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