Sono definite intumescenti quelle tipologie di vernici testate e certificate, secondo le normative italiane ed europee, per assicurare la resistenza al fuoco di costruzioni, strutture portanti e non portanti.
Come agiscono queste speciali pitture? In che modo riescono a garantire la protezione dal fuoco?
Cerchiamo di scoprirne di più.
L’intumescenza si basa su una reazione chimica che inizia a circa 200°C e sviluppa una schiuma carboniosa e termoisolante che funge da barriera protettiva contro l’aggressione del fuoco. Da uno strato di sistema reattivo di appena 1 mm si può formare una schiuma protettiva di diversi centimetri, che permette alle pitture intumescenti reattive di conferire agli elementi strutturali alte classi di resistenza al fuoco.
Le vernici intumescenti, insieme alle pitture ignifughe, rappresentano validi sistemi vernicianti a protezione dal fuoco. L’utilizzo dell’uno o dell’altro meccanismo di difesa dipende dalle caratteristiche stesse dei prodotti e dalla presenza di sostanze chimiche differenti.
La vernice intumescente è composta da additivi intumescenti che difendono le superfici dal fuoco attraverso un rigonfiamento (dal latino intumescens, ovvero “che si gonfia”). Sottoposte al calore o alle fiamme, infatti, le vernici si gonfiano e creano una barriera protettiva consistente in uno strato carbonioso.
Questo sistema è indicato per aumentare la resistenza al fuoco delle strutture grazie al potere di isolamento termico della schiuma che viene generata dal processo chimico innescato dall’innalzamento della temperatura.
La vernice intumescente viene principalmente impiegata come barriera protettiva per:
La vernice ignifuga contiene additivi ignifughi o antifiamma in grado di ridurre notevolmente la capacità di combustione del supporto in legno su cui viene applicata.
Le vernici ignifughe adottano reazioni chimiche atte a spegnere le fiamme e a limitarne la propagazione. L’applicazione di vernici ignifughe serve quindi per modificare la reazione del materiale al contatto con il fuoco.
Quando si parla di protezione dal fuoco, ci si riferisce a quell’insieme di provvedimenti che mirano a contenere al minimo i danni provocati dal fuoco a persone e cose, limitandone altresì le conseguenze.
Tali provvedimenti sono dettati dal buon senso, ma anche e soprattutto dalle norme nazionali ed europee riguardanti il settore delle costruzioni. Tali norme stabiliscono che, subito dopo gli aspetti strutturali, il requisito essenziale di una costruzione risiede proprio nella messa in sicurezza in caso di incendio sia tramite protezione attiva, sia tramite l’attuazione di una serie di sistemi integrati per la protezione passiva.
Come suggerisce il termine, per protezione attiva dal fuoco si intende l’insieme di interventi attivati dall’uomo per ridurre gli effetti degli incendi. Parliamo sia dell’estinzione del fuoco nel corso di un incendio (attivazione di estintori, sistemi sprinkler, ecc.) sia di tecnologie e dispositivi di allarme funzionali alla rilevazione precoce degli incendi.
La protezione passiva dal fuoco ha invece come obiettivo la limitazione degli effetti dell’incendio al fine di consentire l’evacuazione e la messa in sicurezza di persone e beni entro un periodo di tempo prestabilito. I due sistemi viaggiano parallelamente e, in sinergia, contribuiscono ad aumentare la sicurezza antincendio di una costruzione.
La protezione passiva è un approccio indipendente dall’intervento dell’uomo e delle macchine.
Si concretizza attraverso sistemi protettivi che entrano automaticamente in funzione non appena le superfici e i materiali da proteggere vengono investiti dalle fiamme o da temperature elevate.
La protezione passiva dal fuoco, intesa come resistenza di elementi strutturali, viene generalmente indicata con l’acronimo REI – Resistenza/capacità portante; Ermeticità/tenuta; Isolamento – accompagnato dalla classe di durata, che esprime il tempo, in minuti, durante il quale le prestazioni devono essere garantite.
In sostanza, la resistenza al fuoco determinata dalla finitura protettiva della vernice intumescente e dagli sistemi protettivi passivi si concretizza in termini di resistenza meccanica, tenuta e isolamento termico degli elementi trattati.
Non tutti i requisiti prestazionali devono essere presenti contemporaneamente. Ad esempio, per le strutture portanti la resistenza meccanica nel tempo è un requisito sempre richiesto, mentre per le strutture non portanti, come le pareti divisorie, la resistenza meccanica non è un fattore determinante, mentre lo sono la tenuta e l’isolamento.
Una pittura intumescente adatta a strutture in acciaio, cemento armato e muratura ha un costo medio di 250-300 euro per una confezione da 20 kg.
Il primer epossidico consolidante e aggrappante, adatto per superfici intonacate e in cemento armato, costa mediamente 160 euro (confezione da 6 kg).
Una vernice intumescente certificata per strutture di legno, costituita da un fondo all’acqua e da una finitura a solvente, ha un costo medio di 500 euro (confezione da 20 kg), mentre un impregnante ignifugo applicabile unicamente su legno grezzo, costa mediamente 400 euro (confezione da 20 kg).
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