L’edilizia che resiste si è incontrata al Saie, in padiglioni a tema che, nonostante una crisi annunciata, hanno accolto numerosi professionisti del settore di Claudio Troni
SAIE è da sempre sinonimo del costruire e la sua brand si è legata in modo indelebile alla crescita economica e al boom delle costruzioni. Ma la crescita è finita e SAIE 2013 non ha potuto che risentire della drastica diminuzione dei volumi del mercato in un modo però, a mio avviso emblematico, quasi portavoce del pezzo di filiera che non vuole mollare e che si sta riorganizzando per il 7^ ciclo edilizio.
Parlare di numeri a chiusura della manifestazione quindi non renderebbe merito a chi sta operando per trovare un modello fieristico funzionale al nuovo ciclo edilizio, alla convivenza con la crisi finanziaria e al web, vero competitor delle manifestazione fieristiche in genere, eccetto quelle che non siano riferimento per un continente.
Forza SAIE quindi; gli perdoniamo anche la rinuncia alla moquette nei padiglioni che ci piace immaginare non posata per motivi di budget, ma scagliata contro la crisi come la stampella di Enrico Toti a mò di sfida.