Forse i fondi ci sono davvero, ma l’apertura dei cantieri è operazione complicata. Burocrazia e difficoltà in sede di progetto rallentano i lavori, che sarebbero urgenti
Come raccontano le cronache di questi giorni, agli stanziamenti per la ricostruzione faticano a seguire le aperture dei cantieri. Dando per buono che i soldi sono a disposizione (ma quando si parla di denari la prudenza è d’obbligo) è evidente che esistono almeno due problemi: il primo è la burocrazia, davvero sfiancante; il secondo è che i fondi vengono destinati solo in caso di progetti ben definiti, e qui le nostre imprese, ma anche e soprattutto i progettisti, non è che brillino.
Si susseguono comunque i “piani per la ricostruzione” che, alla luce dei fatti, vuol dire tutto e vuol dire niente. Sono recentemente stati individuati più di 200 possibili interventi (scuole, ospedali, sedi dei comuni…) che prevedono una spesa di poco più di 200 milioni di euro, destinati alle opere pubbliche. Le zone interessate sono Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo.