L’attività di ristrutturazione ha ormai raggiunto il 73% del valore del mercato che è di 166,2 miliardi, in lieve crescita sul 2015. Crescono il 2016 e probabilmente bene anche il 2017
I dati presentati il 18 ottobre dal Cresme, anche se naturalmente andranno approfonditi, confermano in sostanza l’andamento congiunturale ipotizzato negli ultimi mesi dai principali osservatori del mercato delle costruzioni.
Il Cresme parla di una “fine della crisi” per il mercato delle costruzioni avvenuta nel 2015 e, qualcuno lo ricorderà, abbiamo più volte sottolineato come già da un bel po’ la decrescita si fosse assestata, mentre l’attenzione era rivolta alle percentuali di crescita, che latitavano, nonostante le premesse. Per il Cresme, la riqualificazione del patrimonio esistente vale ormai il 73% del mercato.
Però, sottolinea Centro Ricerche, il tasso di crescita degli investimenti nel settore delle costruzioni nel 2016 è del 2,2%, e ancora migliori sono le previsioni per il 2017: +2,7%. Anche per questo 2016, manutenzione straordinaria e riqualificazione del patrimonio esistente, ma anche opere pubbliche (la fase del post patto di stabilità) e nuova edilizia non residenziale hanno sostenuto la congiuntura di settore.
Il nostro mercato vale insomma 166,2 miliardi, lo scorso anno 165,5. Ma il grande assente è la nuova edilizia abitativa.