Bene gli incrementi, in numero e in valore, delle gare di progettazione. Male l’incremento delle percentuali di ribasso delle gare stesse. I soliti rebus per un mondo che non sa cambiare
In questo bislacco mondo dell’edilizia senza portafoglio, non manca certo la vitalità: nel primo quadrimestre 2018 sono in aumento i bandi di gara (sono stati 1.124, per un valore di 182,3 milioni di euro), il 5% in più (e ben il 36,5% in più) rispetto ai primi quattro mesi del 2017. Ovviamente, la partenza dei cantieri non è automatica, però le premesse ci sono tutte.
Il monitoraggio dell’Oice ragguaglia anche sui ribassi nelle gare di progettazione e di tutti i servizi di ingegneria e architettura, purtroppo in crescita. Alla fine del mese di aprile, il ribasso medio sul prezzo a base d’asta per le gare indette nel 2015 è al 40,0%; le gare pubblicate nel 2016 mostrano un ribasso del 42,8%, quelle pubblicate nel 2017 danno un ribasso medio in crescita, del 41,3%.
Il concetto di “ribasso”, e non da oggi, rappresenta una vera e propria mortificazione di qualsivoglia attività professionale. Se per esempio un’impresa deve abbassare i suoi preventivi del 40%, ci possono essere solo due significati: il primo è che l’impresa ha gonfiato i prezzi di mercato; la seconda è che l’impresa non potrà mantenere gli standard qualitativi indicati nel preventivo. Ma ciò è l’edilizia, è il mondo delle costruzioni, un universo che fa fatica a fare un passo avanti e che, salvo le consuete eccezioni, un passo avanti non lo farà mai.