Energia e innovazione, la ricerca non peserà sulla bolletta

04/06/14

rinnovabili

Gli Italiani vogliono risparmiare sulla bolletta, ma quando si parla di energia e innovazione sono d’accordo a usare la leva della fiscalità

Risparmiare sulla bolletta della luce è una priorità che hanno molte famiglie italiane, soprattutto oggi che la crisi impone una ridefinizione del bilancio familiare per cercare quantomeno di contenere i consumi. La ricerca e l’innovazione, tuttavia, sono impegnate sul fronte dell’efficienza energetica: confrontando i prodotti degli operatori come Enel, Edison, Illumia, e così via, è possibile infatti trovare una tariffa non solo conveniente, ma che ci permetta di ottimizzare i consumi di energia e di ridurre l’impatto ambientale.

Tuttavia, non è solo dal mercato che possono o devono arrivare degli incentivi forti, soprattutto per quanto riguarda il campo della ricerca. Gli investimenti pubblici sono preziosi e secondo l’ultimo Rapporto I-Com sull’innovazione energetica l’energia è il settore in cui dovrebbero essere concessi maggiori investimenti pubblici (32,1%) subito dopo la sanità (41,8%).

La ricerca ha intervistato 1.020 italiani e, almeno per quanto riguarda gli uomini, non ci sono dubbi: l’innovazione energetica oggi in Italia deve avere la priorità (secondo il 40,2% del campione), anche rispetto al settore della sanità pubblica (primario per il 37% del campione). Ma chi esattamente deve sostenere la ricerca nel campo dell’energia?

Secondo il 39,7% degli italiani è prima di tutto lo Stato che deve impegnarsi a finanziare la ricerca e lo sviluppo delle tecnologie, mentre per il 38,3% a sostenere questi investimenti deve essere l’Unione Europea. Non a caso il rapporto è stato presentato in occasione del convegno “Rinnovo istituzioni UE, semestre di presidenza e Horizon 2020. Le sfide europee dell’innovazione energetica italiana” tenutosi lo scorso 22 maggio a Roma.

L’evento è stato una prima occasione di incontro per il confronto tra gli esperti del settore stato della ricerca energetica privata e il ruolo delle istituzioni, la competitività delle start-up energetiche italiane e la partecipazione del sistema Italia a Horizon 2020. Se molto si punta sulle promettenti aziende appena nate sul territorio nazionale, un ruolo importante è stato affidato proprio ai cittadini, a cui si chiede, per affrontare al meglio le sfide poste dall’innovazione energetica, un cambio di paradigma che prevede un impegno in prima persona degli italiani, che sembrano comunque rispondere positivamente alla prova. Infatti, il 63,7% degli intervistati è disposto a usare la leva della fiscalità per finanziare la ricerca, piuttosto che appesantire la bolletta energetica di oneri ulteriori. La predisposizione, in ogni caso, non è omogenea è infatti si avverte una maggiore insofferenza verso la pressione fiscale nelle regioni del Nord-Est, in cui la percentuale scende a 51,7.

E se i due terzi degli italiani sarebbero d’accordo ad aumentare le tasse, un terzo (30,7%) preferirebbe aumentare il costo della bolletta e il 67% vorrebbe comunque evitare una sua diminuzione, probabilmente temendo di più la leva fiscale. Insomma, il Rapporto I-Com evidenzia quanto gli italiani siano effettivamente pronti al salto di qualità energetica, e adesso tocca allo Stato dimostrare come l’Italia può affrontare le sfide poste da Horizon 2020 e tornare ad essere competitiva sul mercato europeo.

(Fonte: infobuildenergia.it)

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